Iniziamo dal retro, dalla dedica e dal contesto in cui questo dipinto fu realizzato (Seconda Guerra Mondiale). Nella collezione di provenienza era considerato il ritratto della moglie, un ritratto realizzato durante la prigionia nel campo di Hereford, e che poneva la donna amata in un Eden, con in mano un girasole simbolo di perseveranza in amore e di predisposizione alla luce e alla gioia.
“Egli si distinse durante la prigionia del Campo di Hereford, per aver spinto un giovinetto all’arte ed alla pittura giudicandolo di grandi potenzialità.Il giovane in questione era ALBERTO BURRI, che ricordò sempre il ‘Suo Maestro’ Dino Gambetti negli anni successivi in cui vide delinearsi il meritato successo mondiale che lo distinse. ” https://www.pittoriliguri.info/pittori-liguri/pittori-liguri-800-900/gambetti-dino/
Dino Gambetti, in gioventù, partecipò al fermento del secondo futurismo a Genova, fu attivo presso la manifattura ceramica Mazzotti di Albisola, sempre mantenendo la declinazione futurista, poi inizio la guerra e col grado di capitano venne fatto prigioniero dopo l’armistizio del 8 settembre e deportato nel campo americano di Hereford. Qui operò anche come pittore nella comunità locale, e al suo rientro in Italia proseguì il suo percorso artistico cimentandosi anche con grafica e illustrazione.