Li trovate in ogni città, non sono musei ma forse in un qualche modo ne sono l’anticamera e, soprattutto in questo momento, non hanno l’obbligo (inesplicabile) delle porte chiuse al pubblico. Non si tratta di scrollare le immagini dai musei virtuali o di partecipare ad aste online.
Parlo della semplicità di luoghi dove una persona si trova di fronte alle opere, oggetti e … a un’altra persona, che di quelle cose riesce a descriverne un contesto, a volte con un atteggiamento più filologico, a volte un po’ più narrativo.
Sono luoghi dove non è difficile aspirare alla “esclusività”, ovvero ritrovarsi soli, nel dialogo, con ciò che si ha di fronte e possibilmente anche tra le mani. Che sia un libro o una scultura non perdete il contatto con queste cose, e con le persone che le stanno accompagnando nel tempo e conservando nello spazio, quel confinato spazio dove si ricercano e inseguono passioni.